Laureata in economia e commercio, funzionario di un Ente pubblico per professione e viaggiatrice per hobby (il contrario mi piacerebbe di più). Da oltre 30 anni alimento una passione con una curiosità senza fine e lo spirito del nomade: viaggiare alla scoperta del mondo per conoscere me più che gli altri.
Molti i Paesi visitati da sola o con amici (da sette anni come tour leader), spinta dalla voglia di conoscere tutto e con il complesso di inferiorità di non aver mai visto abbastanza.
Tanti i Paesi “rivisitati con la mente” per dare informazioni ad amici e conoscenti.
Dal deserto del Sahara a quello del Thar, dai mercati africani, ricchi di umanità e rumori, ai silenzi delle savane. Ma non c’è un Paese a cui penso di più, un posto che mi sia piaciuto più di un altro. Anzi, la domanda mi lascia sempre attonita, perché presuppone il bello di un luogo prescindendo da come l’hai visto, o da come potrai rivederlo, nelle diverse e cangianti stagioni della vita.
Viaggio dopo viaggio ho reso affidabile la mia sensibilità all’istinto, aprendomi strade che ora ripercorro in compagnia di chi viaggia con me.
Molto spesso basta uscire dai luoghi della nostra vita comune e le cose succedono: “Life start when you leave your comfort zone” è la frase che avrei voluto scrivere io e che ogni volta che pronuncio mi provoca quella stessa vaga sensazione di delusione che provano i fotografi quando vedono la foto perfetta, quella che riesce ad esprimere in maniera così ovvia un concetto così importante. Ma non l’hai fatta tu.
Di ritorno da un viaggio non sono mai tornata la stessa persona che ero alla partenza: per un motivo o per l’altro, da ogni viaggio ho avuto (e perduto) cose che mi hanno comunque arricchita.
Tra tutti i viaggiatori coloro che preferisco sono quelli che “se fossi un vero viaggiatore avrei già incontrato”. Non è solo un verso di una canzone, è la motivazione a non fermarmi.
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